Avvertenza per chi legge solamente il titolo e poche righe degli articoli: è volutamente provocatorio. Il pensiero positivo, The Secret e via dicendo funzionano ma in maniera limitata, creano spesso più frustrazione che crescita, però si in qualche modo funzionano, ma è un inizio.

La domanda è perchè funzionano?

Ieri su Instagram ho pubblicato un pensiero:

 

La sera a lezione Yoga mi è stata chiesta una spiegazione, soprattutto in relazione a filosofie New Age come “The Secret”, la legge di attrazione e così via.

Queste teorie invitano a risvegliare il potere creatore dentro di noi per ottenere ciò che vogliamo. Il modo in cui guardiamo al mondo influisce in modo decisivo su ciò che ci arriva e ci accade, siamo quindi invitati a sfruttare questo potere per ottenere ciò che vogliamo. Attenzione, conscio ed inconscio devono essere allineati, quindi se non arriva ciò che pensi di volere è perché in realtà non lo vuoi davvero.

Perchè il pensiero positivo funziona.

Ho sperimentato diverse tecniche prima di arrivare allo Yoga ed al Vedanta, ho potuto vedere che effettivamente alcuni risultati li danno queste teorie. Ma cosa sono questi risultati?

Personalmente penso che quando iniziamo questo tipo di lavori non siano tanto i risultati a cambiare ma il nostro atteggiamento. Quando comprendo che il mio sguardo influenza il mondo e sono portato a vedere il bello intorno a me, automaticamente per un pò di tempo ignoro il “brutto”.

Questo funziona, e questo è uno dei tanti segreti dello Yoga. Visualizzare e sperare che arrivi l’assegno nella posta non funziona e a mio avviso è controproducente. Arriviamo quindi al secondo punto:

Perchè il pensiero positivo non funziona:

Non funziona semplicemente perché quel potere non risiede nella tua mente (che desidera, sogna ad occhi aperti, proietta sul futuro, vuole cambiare sempre qualcosa) ma nel cuore o nell’anima.

C’è davvero poca crescita in una tecnica che ti promette di ottenere ciò che vuoi, senza chiederti di mettere in discussione quello che vuoi. La mente (e l’ego) vengono nutriti ed illusi anzichè gestiti e domati. In un delirio di onnipotenza la mente crede di poter cambiare il mondo solo credendoci tantissimo. E magari funziona, ma si è completamente perso il tesoro che sta alla base di tutto questo.

Sviluppiamo invece alcune convinzioni davvero limitanti e frustranti come:

  • Io sono la mente. La mia mente DEVE funzionare solo in modo positivo altrimenti mi accadranno cose negative
  • Nella mia vita deve succedere solo ciò che la mia mente ritiene giusto.
  • Più investo energia, tempo, pensiero, più le cose accadono (spoiler alert, non è così, ne abbiamo parlato qui)
  • L’inconscio sa cosa voglio davvero, cosa è meglio per me.

L’anima, non la mente, ha il potere più grande.

L’anima si che ha potere sul mondo. Il divino che è in noi riconosce che tutto è perfetto così com’è. La felicità e la sicurezza non risiedono più nel mondo esterno, materiale, che per definizione è mutevole: l’assegno che ti è arrivato per posta prima o poi finisce.

La mente in modo naturale (senza sforzo, senza la guerra con i pensieri) si adegua e diventa lucida e meno invadente. Perché ci impegniamo a rivedere le aspettative, a superare i giudizi e le convinzioni su noi stessi e sul mondo. Allora la utilizziamo quando ne abbiamo bisogno ma non ne siamo più schiavi. E si, accadono più cose belle, ma questo ha poca importanza perché la felicità risiede in noi stessi.

É un lavoro radicale, di profonda e sistematica ribellione, in primis nei confronti di quello che ora chiami in modo illusorio “te stesso”. Per questo non basta un libro ed è un lavoro quotidiano, lungo, spesso difficile. Ma è questa che chiamiamo la vera libertà. 

Con questo articolo ho voluto invitare ad approfondire ciò che sta dietro al pensiero positivo, che è un ottimo inizio ed ha i suoi benefici, ma è in quell’oltre che si gioca la vera partita della tua crescita e di conseguenza della tua felicità.

Se vuoi approfondire ho scritto di questi temi in molti articoli:

Nella serie  di 10 post “10 settimane di Sadhana” in cui attraverso gli Yama e Nyama di Patanjali ho parlato della psicologia dello Yoga.

Per me è stato davvero illuminante l’ultimo seminario con il mio maestro, Swami Ananda Chaitanya, puoi leggere alcuni appunti nel post “Un progetto: crescere emotivamente. Appunti dal Seminario con Swami Ananda“.

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