“Da bambini, vi sarà forse capitato di smontare un orologio, una radio o qualche altro congegno meccanico. E, forse, vi sarete ben presto resi conto che era stato più facile smontarlo che rimetterne insieme i pezzi! In generale, separare le cose è più semplice che rimetterne insieme i pezzi! In generale, separare le cose è più semplice che ricomporle, ma non potete davvero sapere come funzionano se non le rimontate.”

  Jivamukti Yoga – Sharon Gannon e David Life

Comincia così un libro che ho acquistato ieri allo Yoga Festival, tra le tante bancarelle e stand con mille e più proposte di yoga e rimedi per tutti i gusti.

Gli autori parlano di come gli americani “curiosi” abbiano smontato, diviso, a volte anche scartato alcuni aspetti dello Yoga quando è arrivato per la prima volta in Occidente. Ma, appunto, per capire come una cosa funziona bisogna rimontare insieme le parti frammentate.

Mi sembra una metafora così azzeccata per la giornata di ieri, tanti pezzi, tanti aspetti, tante pratiche frammentate.

Ferruccio Ascari e l’orgoglio di essere nella tradizione

La mia giornata è iniziata con una pratica di Pawanamuktasana con Ferruccio Ascari. É un maestro della tradizione che stimo davvero tanto e la lezione di ieri mi ha riconfermato la sua serietà ed impegno nella diffusione dello Yoga.

La scelta dell’argomento non era casuale, le pawanamuktasana sono le posizioni preparatorie, diremmo di riscaldamento, con cui iniziare a praticare. Il messaggio è chiaro: Yoga è un percorso, non affrettare i tempi, sii rispettoso e lascia andare il desiderio di metterti in mostra con posizioni da circo.

Se questo messaggio non era abbastanza chiaro lo è stato quando l’insegnante ha notato che alcuni praticanti non seguivano e non si lasciavano guidare dalle sue istruzioni. In modo esplicito ha parlato del significato dello Yoga e come sia imprescindibile dall’affidarsi ad un Maestro.

Ecco un primo passo verso il ricomporre il famoso orologio rotto.

Lo Yoga è superamento dell’ego attraverso la guida di un Maestro, prendere un aspetto, un frammento, che sono gli asana e farne un culto edonistico NON è Yoga. Le posizioni non sono fini a se stesse, sono all’interno di un percorso e la figura del Maestro come colui che indica la strada è imprescindibile.

Ferruccio Ascari ha voluto sottolineare questo aspetto, nella tradizione l’insegnamento viene passato da Maestro a Maestro, l’insegnante non si inventa nulla ma segue indicazioni precise che gli vengono trasmesse dal suo insegnante in una catena continua di trasmissione di conoscenza che si rifà ai testi antichi da millenni.

Questo non significa che l’insegnante è un robot, Ascari dice “Io scelgo di essere nella tradizione e di questo ne vado fiero“.

In così poco tempo, nel giro di un’ora, mi ha dato due spunti di riflessione fondamentali per capire qualcosa in questo vario mondo dello Yoga:

Il rapporto di umiltà nei confronti dell’insegnante è imprescindibile.

Questo ha diverse gradazioni ma sicuramente è il requisito perché una lezione di Yoga sia qualcosa di più che esercizio di stretching: l’attitudine a chiudere gli occhi e lasciarsi guidare.

Il certificato di qualità di un Maestro di Yoga:

Perché dare fiducia ad un Maestro? Anche questo è un punto importante che è stato toccato nella lezione, qual’è il “Certificato di qualità” di un’insegnante Yoga?

Nessuna certificazione o attestato può superare il fatto che si rifaccia ad una tradizione e che egli stesso abbia un Maestro.

Questo per due motivazioni: la tradizione viene portata avanti da millenni, gli standard non sono mutabili a seconda delle mode e, per chi crede nello Yoga, i testi a cui si fa riferimento provengono direttamente dalla saggezza più alta e vera che è quella dei rishi, che hanno ricevuto la conoscenza dello Yoga e dei Veda durante la meditazione.

La seconda motivazione è che un insegnante che si rifà ad una tradizione sarà un eterno allievo e difficilmente il suo ego e la sua voglia di apparire potranno interferire nell’insegnamento.

Lo Yoga si protegge da solo.

Questi temi sono stati toccati anche nella seconda lezione a cui ho partecipato sul Pranayama come percorso evolutivo.

Ci è stato chiesto di lasciare all’entrata tutte le nostre convinzioni, il nostro ego, e tutto ciò che pensiamo di sapere sullo Yoga. Solo quando abbandoniamo i nostri schemi siamo davvero aperti a fare un passo in avanti, a uscire dalla nostra zona di comfort.

Durante la pratica Yogacharya Sri Ravicandra Natha ha riportato un aneddoto del suo Maestro Gitananda il quale diceva che lo Yoga si protegge da solo: nel Kali Yuga (l’era nella quale viviamo) migliaia di tipi di yoga sarebbero stati proposti e su questi migliaia solo pochi avrebbero avuto un messaggio vero, concreto, una spinta verso quello che è l’unico grande obbiettivo di questo percorso: Moksha. Questa è la liberazione dal riporre le sicurezze e la felicità in ciò che è mutevole e decidere di vivere nell’Atman, il vero sé che si trova oltre il nostro ego e quelle convinzioni che limitano la nostra libertà anziché crearla.

Tutti questi input mi hanno portata ad osservare il mio percorso di insegnante che è iniziato quattro anni fa.

Guardo con curiosità agli stimoli dei nuovi metodi di Yoga che ogni giorno ci vengono proposti, credo abbiano una loro validità e li faccio un po’ miei quando penso possano trasmettere qualcosa a me nel mio modo di vivere lo Yoga e a chi pratica insieme a me.

Ogni nuovo input però viene inserito in una struttura più grande, la logica della lezione così come mi è stata trasmessa da Swami Ananda Chaitanya e che egli stesso ha studiato, testato attraverso gli insegnamenti che gli sono stati trasmessi dal suo Maestro, Swami Dayananda Saraswati. Sono orgogliosa di far parte in qualche modo di questa tradizione, paramparam, e le loro linee guida non limitano la mia libertà, sono anzi il punto di partenza per una grande espressione e studio di me stessa.

Yoga è la vera ribellione.

Nel rimettere insieme i pezzi ho capito che lo Yoga è la vera ribellione, vivere la libertà non come assenza di regole (che è libertà illusoria) ma come la capacità di darsi regole in modo consapevole. Yoga è una cosa che accade quando hai il coraggio di abbandonare le tue convinzioni ed il bisogno di imporre e far sentire il tuo punto di vista e dall’altra parte hai una persona che ha fatto quello stesso percorso e sa come guidarti.

 

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