L’ultimo Yama di Patanjali: Aparigraha, non rendere il mondo esterno responsabile della tua felicità
“Quando si è saldi nella non-possessività e nel non aggrapparsi a tutto con i sensi (Aparigraha), allora sorge la risposta ai perchè e la conoscenza delle incarnazioni passate e future”. Patanjali Yogasutra 2.39
Aparigraha (invidia , avidità , non accontentarsi ) è l’ultimo dei 5 Yama, i suggerimenti che regolano i nostri rapporti con gli altri .
Credo ci sia un motivo per cui Aparigraha arriva proprio per ultimo : Ahimsa ci ha insegnato ad amare noi stessi per essere davvero non violenti, Satya ad essere noi stessi e vivere nella verità, Asteya a non far di tutto per essere accettati dagli altri e Brahmacharya a onorare la nostra energia e investirla in modo consapevole .
Aparigraha ci insegna che noi abbiamo già tutto ciò di cui abbiamo bisogno. L’altro non è allora fonte di invidia poiché abbiamo già TUTTO. L’avidità e l’invidia sorgono quando pensiamo di non avere abbastanza. Nasce in noi la fame di volere altre cose, altre emozioni, altre persone, altri luoghi. L’unico modo per mettere a tacere quella “fame” è la gratitudine. E’ riportare l’attenzione sullo spazio di terra che stiamo occupando in questo momento, solo questo conta.
Spesso dimentichiamo o non sappiamo che noi siamo già tutto e abbiamo tutto e lo sguardo si sposta da ciò che di fantastico riempie la nostra vita a ciò che ci manca. L’insoddisfazione ci rende insicuri, come se la nostra felicità dipendesse da un oggetto ( o una persona o qualsiasi cosa stiamo desiderando a tutti i costi ) esterno e non da Noi.
Quando siamo radicati nel godere di ciò che già abbiamo e realizziamo quanto siamo GIA’ fortunati , allora Patanjali dice “Sorge una grande conoscenza ” .
L’ultimo Yama ci dice che sta a noi la decisione di essere felici. Solo quando siamo grati per ciò che siamo e abbiamo facciamo esperienza di una “gioia insuperabile” .
L’ultimo Yama quindi ci porta sempre più vicini a capire noi stessi come “totalità” , non è all’esterno che dobbiamo guardare e ricercare , ma dentro di noi . Ecco che Patanjali prepara la strada per i 5 Nyama , quegli insegnamenti che regolano il rapporto con noi stessi .
APARIGRAHA NELLA PRATICA
Quando pratichiamo , sopratutto nelle lezioni collettive , pratichiamo da soli . Provate a non guardare chi vi sta accanto ma concentratevi su voi stessi . Spesso anche mentre pratichiamo Yoga sorge l’invidia per esempio nei confronti di quella persona che fa così “bene” una posizione. Non soffermatevi su questi pensieri e giudizi ma siate grati per ciò che già sapete fare , per ciò che non riuscite a fare , per il corpo che avete che vi permette di muovervi e praticare . SIATE GRATI .
APARIGRAHA NELLA VITA QUOTIDIANA
Questa settimana fate un diario della gratitudine : scrivete ogni sera 5 cose per cui siete grati nella vostra vita .
Fate una lista delle cose materiali che vorreste avere e mettetele in ordine di priorità . Ogni volta che vorreste qualcosa di nuovo osservate la vostra lista e chiedetevi in che modo quella nuova cosa potrebbe arricchire la vostra vita .
MANTRA PER APARIGRAHA
In me esiste già tutto ciò di cui ho bisogno
Sono grato di tutto ciò che già c’è nella mia vita